
Un dolore rinnovato
Accolgo con un sorriso una mia cara amica con la quale condividevo le mie gioie ed i miei problemi quotidiani.
Quando parlavo con lei il sole si faceva strada tra le nuvole e la mia memoria riaffiorava come gli scogli nella bassa marea .
Questa volta sono i suoi occhi ad essere offuscati .Intuisco il suo dolore e mi preparo ad accoglierlo.
Mi dice impetuosamente intere frasi delle quali colgo solo alcuni frammenti:
“….solo ora capisco cos’è la disabilità…..la mia adorata mamma , ricordi che ha l’alzheimer?...il suo dentista ci ha detto di lasciare perdere le cure dentistiche , tanto oramai…….come ha potuto dire questo ….?”
Non sento piu’ la sua voce … la mia immagine si ferma come in un fotogramma cinematografico… mentre il panorama intorno a me fa cerchi concentrici.
Sento solo il mio respiro…lento…scandito.
La sua consapevolezza dolorosa , schiacciante,mi colpisce come una sferzata ,mi attraversa violentemente .
Il mondo sommerso della disabilità ha aperto le sue fauci ingoiando la sua serenità.
Il suo dolore ha risvegliato il mio .. che,sempre latente e nascosto nelle anse piu’ remote del mio essere e pronto a braccarmi … mi aggredisce di nuovo trafiggendomi.
Torno indietro nel tempo.. esiliandomi..rivedo un dottore in una stanza senza colore che ci comunica la disabilità di nostro figlio e la mia mente che mentre lui parla continua a giocare in un giardino dove ero ancora una bambina felice .
Esco con forza dalla quella stanza e piano piano mi aggrappo alla terra.. ritornando al presente.Ricompongo il mio corpo , la mia mente , apro la bocca e … le dico senza sentirmi : …”Sta tranquilla tesoro… andrà tutto bene.”
Stella Piazza
2 commenti:
Leggendo queste parole,ho recepito in lei tanta sofferenza..ma anche tanta voglia di andare avanti e di risolvere le sue problematiche accompagnata dal sorriso che da' la forza..Ho capito quando e' difficile affrontare la disabilita' all interno del proprio nucleo familiare. A volte i gesti piu semplici sono quelli piu preziosi.. Da anonimo.
Tra le righe di questo racconto si legge chiaramente il dolore per il proprio vissuto e l'impossibilità di impedire che accada ancora a sè stessi o a chiunque altro. E'bellissimo perchè ti sembra quasi di toccare con mano ogni sensazione descritta.Le sono grata per questa grande condivisione. Antonella
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